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Padre Anselmo Stolz elabora una teologia e una spiritualità dove la Bibbia è fondante e il pensiero della Patristica rilevante. Egli attinge volentieri anche dal monachesimo, anzi, costruisce con lo specifico monastico la sua teologia nella consapevolezza dei valori che esso contiene, senza tuttavia ipotizzare una monacalizzazione del mondo.
Padre Anselmo Stolz elabora una teologia e una spiritualità dove la Bibbia è fondante e il pensiero della Patristica rilevante. Egli attinge volentieri anche dal monachesimo, anzi, costruisce con lo specifico monastico la sua teologia nella consapevolezza dei valori che esso contiene, senza tuttavia ipotizzare una monacalizzazione del mondo.
Accanto alla preghiera e alla vita liturgica Anselmo Stolz ricorda sempre la lettura e la meditazione ininterrotta della Sacra Scrittura. Non si tratta di un aiuto ‘letterario’ inteso a rettificare i troppi errori sulla storia sacra che circolano periodicamente, ma di una vera e propria pratica ascetica, una base meditativa che trasforma gli avvenimenti umani – e la stessa storia personale che sostiene la vita spirituale di ogni monaco – in immagini e simboli della Storia della Salvezza che elevano verso significati universali.
La preghiera, la continua e mai interrotta attitudine sacrificale del monaco, lo stesso suo strettissimo ed ineliminabile rapporto con la vita liturgica non sono intendimenti edificanti, ma si rivelano come segni di una dimensione celeste, attestano uno status interiore, sono operazioni appartenenti ad una precisa via di salvezza.
Anselmo – al secolo Giulio – Stolz nasce a Erkrath, in Germania, il 25 novembre 1900 ed entra nell’abbazia benedettina di Gerleve (Westfalia) nel 1916. Emette la professione monastica il 29 febbraio 1920 e dal 1921 studia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Roma, di cui diviene professore dal 1928 alla sua morte, avvenuta nella Capitale il 19 ottobre 1942.
Informazioni aggiuntive
Introduzione di | Nuccio D'Anna |
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