Un’analisi avvincente e assai dettagliata dei simboli e delle credenze religiose etrusche, svelati dai manufatti di questa misteriosa civiltà.
Una delle più interessanti testimonianze sui simboli e sui rituali praticati durante la preistoria religiosa di alcune delle variegate popolazioni italiche che hanno preceduto la conquista romana si trova effigiata nella famosa oinochoe, cioè un vaso dalla forma particolare, di Tragliatella. Si tratta di un reperto solitario, un unico esemplare che non ha equivalenti negli innumerevoli oggetti ritrovati nei tumuli e nelle necropoli etrusche, latine o italiche. È stato recuperato nel 1878, in una tomba a tumulo, poco distante dall’odierna Cerveteri e l’analisi delle incisioni ci svela lo schema essenziale di un’arcaica forma religiosa.
Le ricche incisioni del vaso sembrano illustrare un rituale che, oltre alla trasfigurazione del giovane candidato, va a toccare anche la struttura della società antico-italica ordinata attorno ai reges, agli equites e ai pedites. È come dire che l’intero organismo politico della variegata cultura sulla quale si reggevano le popolazioni latine doveva culminare nella persona del Re il quale, esattamente come in moltissime società arcaiche, sintetizzava nella propria funzione sovrana le “qualità”, i principi spirituali e le indicazioni legislative inveratesi nelle rigide, ma ben equilibrate articolazioni dell’intera gerarchia sociale.
Nuccio D’Anna si occupa da molti anni di simbolismo, dottrine spirituali e storia delle religioni, argomenti sui quali ha pubblicato numerosi studi specialistici. Membro della Società Italiana degli Storici delle Religioni, per Iduna ha scritto La sapienza nascosta di Dante, Wolfram von Eschenbach e i custodi del Graal e ha curato il libro di Maryla Falk I “Misteri” di Novalis.